martedì 26 giugno 2012

La solitudine della libertà



<<In un mondo massificato, omologato, in cui tutti effettuano movimenti automatici e fanno le stesse cose nello stesso modo, nello stesso momento, comprese le vacanze, l'uomo libero deve prepararsi a trascorrere molta parte del proprio tempo da solo. Se non ne è capace lasci stare il concetto di cambiamento, si tenga ben stretta la propria poltroncina ergonomica e vada a lavorare tutte le mattine sorridendo di averne una, di poterci andare e di percepire anche uno stipendio. Fantozzi tornò a lavorare gratis pur di non stare in pensione solo come un cane. Capolavoro della sociologia.>>

(da "Adesso Basta" di S.Perotti)


giovedì 14 giugno 2012

Il Superuomo moderno


Sono sempre rimasto affascinato dalla concezione del Superuomo (o “Oltreuomo”) di Nietzsche prima e di D’Annunzio poi.  
L’idea dell’evoluzione dell’individuo per Nietzsche consisteva in un progressivo abbandono delle convenzioni e dei pregiudizi che frenano l’uomo nei suoi atteggiamenti. Lo stesso uomo che ha sempre creduto che l’unico modo che esistesse per vivere in armonia con se stesso fosse quello di rispettare regole e convenzioni imposti dalla cultura dominante, dalla società, e dalla religione, progressivamente decide di liberarsi da quelli che io definisco “formalismi di una società civilizzata”.  D’altronde il primo passo della civilizzazione consiste nella repressione degli istinti basici dell’individuo al fine di renderlo una bestia addomesticabile. (Ricordo che l’uomo è fondamentalmente un animale evoluto, e neanche in tutti i casi, ma rimane pur sempre un animale).
L’uomo nuovo è colui che accettando l’idea che Dio è morto (e tra l’altro l’abbiamo ucciso noi) e che non sono i comportamenti della massa a poter determinare ciò che sia giusto o sbagliato per se stesso, non vede entità o istituzioni in grado di determinare o influenzare la propria scala di valori. E’ un uomo che prende in mano la propria vita, sostituendo ai soliti schemi già ampiamente collaudati e mal sopportati, un nuovo campionario di principi da lui stesso selezionati. E lo fa partendo da un concetto basilare: non esiste vita aldilà dell’esperienza terrena! L’uomo è limitato al suo solo corpo fisico, motivo per cui non deve essere guidato da principi religiosi! Le uniche entità a cui deve rendere conto sono le sue pulsioni.
Involontarie, innate e totalmente irrazionali.
D’Annunzio riprende i concetti del filosofo e propone un’evoluzione del Superuomo nietzschiano. Conferisce a questa figura un aspetto messianico: colui che, convertita la propria scala di valori e abbandonato ogni formalismo, si propone come guida per il proprio paese, portatore della nuova filosofia di vita (puntualmente additata per dare scandalo ed incantare la gente). Il superuomo dannunziano è si un ribelle amante della violenza e del pericolo, ma allo stesso tempo un ammaliatore di coscienze, un conquistatore di donne, un essere profondamente curioso e creativo, interessato alla vita, amante assoluto della bellezza in ogni sua forma, un cultore dell’estasi.
Il cammino di evoluzione verso questa figura è quanto di più difficoltoso possa fare un uomo che vive in un paese “occidentalizzato”. Decidere di non seguire le regole del gioco è un rischio molto alto. La società attuale è spietata con coloro che scelgono di tirarsi fuori. E visto che tale concezione ha ovviamente necessitato di un’evoluzione a sua volta nel tempo, non stento a credere che abbia bisogno di un aggiornamento anche per i tempi moderni.
Prese le basi di Nietzsche, e accettata l’evoluzione dannunziana, se dovessi aggiungere elementi alla figura del superuomo moderno, io personalmente in maniera forse superficiale e infantile, ma a mio avviso abbastanza concreta e pratica, attingerei da tre personaggi chiave di alcune serie televisive che ben rispecchiano “l’uomo nuovo” ai tempi moderni. Sto parlando di Gregory House della serie “Dr.House”, di Cal Lightman di “Lie to me” e di Hank Moody di “Californication” (personaggio liberamente ispirato allo scrittore Charles Bukowski).
Parafrasando un articolo letto a riguardo alcuni giorni fa, dal primo prenderei l’estremo cinismo, dal secondo l’attenzione per i dettagli, dal terzo lo stile di vita sopra le righe e totalmente scorretto. E da tutti e tre i personaggi l’atteggiamento sicuro, l’apparente menefreghismo, l’intelligente simpatia, la dialettica che non lascia scampo, e con le donne il contatto diretto, la naturalezza negli approcci, l’estrema tensione sessuale che sanno ricreare e l’eye contact pressante. Per molti sarebbero dei perfetti coglioni. Punti di vista. L’unica cosa certa, vista la probabile superficialità delle mie aggiunte è che sicuramente nessuno verrà mai a chiedermi di scrivere un’evoluzione del Superuomo nietzschiano. Ma al momento, è quanto di meglio riesca a fare. (D.C.)      















martedì 5 giugno 2012

Riflessioni:


Io in fondo non sto sostenendo che non esiste un Dio. 
Penso solo che abbia smesso di occuparsi di noi nel momento in cui gli abbiamo ucciso il figlio. 

venerdì 1 giugno 2012

"L'essenziale è invisibile agli occhi"

Ho riletto il Piccolo Principe a 25 anni e penso solo ora di averlo compreso come libro. Quando lo lessi per la prima volta ero un bambino e il ricordo che avevo fino a ieri di quel libro era di una storiella da bambini neanche troppo divertente. Ci sono semi che attecchiscono solo su terreni preparati. D'altronde nessuno perderebbe tempo a piantare rose tra i calcinacci. L'unico dubbio che mi rimane ora è sapere se tra altri vent'anni lo stesso libro sarà in grado di regalare risposte nuove..