venerdì 6 febbraio 2015

"I Have a Vision"


Oggi il sig. Joe Kaeser, attuale amministratore delegato della Siemens ha annunciato senza troppi pensieri il licenziamento di 7800 persone.
Notizia shock; si tratta di tanta gente! Si tratta di tanta gente che lavora, anzi lavorava, in una di quelle aziende che il mondo intero riconosce come all’avanguardia, una di quelle aziende capaci di trainare un intera nazione, la Germania nello specifico, grazie ai tanti campi in cui opera, grazie alla qualità dei suoi dipartimenti di ricerca, grazie agli investimenti che affronta ed al fatturato che genera. Lavorare per un colosso quale Siemens equivale a dire: ce l’ho fatta! O quanto meno ti permette di poter fare progetti di vita ad una scadenza più lunga di 6 mesi si presume. E invece no! Non più!
E questa notizia non fa altro che confermarmi una tesi: il mondo del lavoro che ci hanno spiegato i nostri genitori, semplicemente non esiste più!
Perché?
Ecco come è stato giustificato il licenziamento di 7800 persone:

<<Il piano, denominato Vision 2020, consentirà alla nostra società di tornare a una crescita sostenibile e di ridurre il gap di profittabilità con i nostri concorrenti>>

Momento, momento, momento; da quando i lavoratori sono passati da essere parte integrante dell’azienda a usurpatori di margini di profittabilità? Stiamo scherzando? Spero sia uno scherzo un’affermazione del genere! Ed avete pure avuto il coraggio di dare il nome ad una merdata del genere? E per di più chiamandola “Vision2020”? Che razza di visione è quella di un’azienda che pensa che i propri lavoratori non sono altro che uno spreco di “profittabilità”? Se questa è la vostra Visione preferisco non farne parte! E poi ai lavoratori andate a parlare di fare sacrifici per il bene dell’azienda? Le cose non tornano.

Siamo cresciuti con l’idea che un’azienda è quella cosa capace di creare prodotti che cambieranno le abitudini della gente, la quale attenderà con ansia l’uscita di un nuovo prodotto solo per poterlo avere, solo per poterlo usare! Le aziende producevano beni di consumo o servizi in grado di cambiare lo stile di vita della gente, veramente! Vedi la Fiat, vedi la Candy con le sue prime lavatrici, vedi la Barilla, la Ferrero e tante altre grandi aziende che hanno saputo inventare ed immettere nel mercato italiano prodotti e servizi che hanno cambiato il modo di consumare e di vivere! A fronte di questo cambiamento c’era però una premessa; un accordo non scritto ma inevitabile! Noi possiamo permetterci i vostri prodotti se voi create posti di lavoro. Niente di più semplice. Ed è stato così per tanti anni; le aziende erano quindi quella cosa in grado di creare prodotti e posti di lavoro. E più prodotti vendeva, più l’azienda cresceva, più posti di lavoro creava.
Il profitto veniva generato dalla vendita dei prodotti. Punto. (Tenete bene a mente quest’ultima frase). Era quindi missione e scopo dell’azienda immettere nel mercato prodotti che la gente comprasse, o quantomeno desiderasse avere. Ma per poter vendere doveva assicurarsi che la gente avesse un lavoro, e quindi potere di acquisto!

Ed oggi? Oggi ci troviamo di fronte alla situazione in cui, le aziende creano ancora prodotti che devono vendere (anche se spesso ne creano più di quanto il mercato realmente riesca ad assorbirne) ma hanno imparato a diversificare il modo in cui generano profitti, trasformando, quello che era uno dei suoi ruoli fondamentali (la creazione di posti di lavoro) in un modo per creare nuovo profitto!
Ed ecco che, non so come, non so quando, ma sta di fatto che la gestione del personale, da “missione” dell’azienda è passata ad essere una semplice ulteriore fonte di profitto!
La cosa bella è che per fare tale conversione le scuole di business si sono impegnate per anni e anni a formare professionisti in gradi di poter stravolgere le regole del gioco in nome
di un’unica Visione: La Profittabilità.
Il mondo sta sprofondando sotto questo nuovo Dogma: La Profittabilità!
E’ la gente che esce da queste scuole di Business che sta riscrivendo le regole della società. La stessa che è stata formata a non pensare che dietro quei numeri c’è la vita ed i programmi di vita di 7800 persone.
E’ gente come Joe Kaeser che stanno riscrivendo le regole del gioco.
Gioco che prevede ben pochi vincitori.  
Pensate alle parole di Joe Kaeser (e mi astengo dal mettere aggettivi davanti al nome di questo individuo) e confrontatele con i dati di Forbes che mi sono preso la briga di andare a guardare riguardo la sua busta paga risalente al 2012, tanto per capire che razza di persone stanno muovendo le pedine:

Salary: 900'000,00$
Bonus: 611’955,00$
Restricted stock awards:611'965,00$
All other compensation 72'935,00$

Total Compensation: 2'196'855,00$

Continueranno a farlo se gli verrà permesso.
Lo stanno facendo e continueranno ad inseguire la loro Vision se nessuno li fermerà.
Il punto per noi “sanguisughe di profittabilità” ora è: siamo sicuri di voler continuare a far parte di questo gioco?

(D.Cardia)




sabato 28 dicembre 2013

Chi sensibilizza l'animalista alla causa umana?

30 auguri di morte e oltre 500 offese.
La sua unica colpa? Essere stata colpita da quattro malattie genetiche rare, ed aver dichiarato di essere ancora viva grazie alla ricerca medica vera, quella che include anche la sperimentazione animale.
Gli auguri di morte ed offese varie sono giunte subito online da numerosi animalisti,
persone probabilmente sane, forse solo fisicamente, che sono rimaste colpite non dal respiratore col quale deve convivere questa futura veterinaria, ma dalla frase in cui si sostiene la ricerca medica fatta sugli animali.
Ho sempre denunciato la totale miopia di queste persone etichettabili col termine animalisti. Persone che, sposata una causa, trovano forse un motivo per stare su questa terra ed un pretesto per elevarsi a giudici morali contro il prossimo che non ha sposato la loro stessa causa. Sono talmente fedeli alla loro causa da ricordare i crociati nelle loro missioni di evangelizzazione. Se pur con metodi e risultati diversi, ciò che li accomuna a questi ed ad altri fondamentalisti è la miopia del loro pensiero e del loro operato.
Attenzione però, non sto sostenendo la totale inutilità o scorrettezza delle loro azioni.
Ciò che non capiscono, forse, è che nella vita ci sono Priorità, e Scopi.
Non può essere una mia priorità  il benessere psicologico di ogni singolo animale, se nel mondo almeno un quarto del genere umano vive sotto la soglia di povertà.
Non può essere una mia priorità la ricerca di una sperimentazione alternativa a quella animale per trovare la cura a determinate malattie genetiche; la mia priorità sarà trovare la cura alla malattia, con i mezzi che già ho a disposizione. E' più urgente dare risposta a questi malati, o trovare metodi di sperimentazione alternativi che non offendano la sensibilità di voi animalisti?
Già so quale sarebbe la vostra risposta.
Per questo dico "se solo aveste tanta cura ed attenzioni anche per gli esseri umani..."
Sono tante le iniziative animaliste che hanno bloccato sfruttamenti inutili e violenze ingiustificate a delle povere creature la cui unica colpa era trovarsi nel posto sbagliato davanti alle persone sbagliate. Ma non bisogna fare l'errore di sposare ogni causa che preveda il coinvolgimento di esseri animali. Perchè? Per un fatto di priorità e di scopi.
Allora, se lo scopo è trovare la cura a malattie genetiche degenerative, dico ben venga la sperimentazione animale. Se lo scopo è sostenere il fabbisogno alimentare della popolazione, dico ben venga l'allevamento del bestiame. Non mi interessa se tu puoi andare avanti a broccoli e melanzane, buon per te.
La miopia sta nel sottolineare lo sfruttamento dei bovini da latte, e non fare una piega per le migliaia di operai di tutto il mondo rinchiusi 12 ore dentro le fabbriche per un misero salario. Lo sfruttamento animale vi smuove le coscienze, lo sfruttamento umano vi provoca indifferenza, nel migliore dei casi. Nel peggiore? Augurate la morte di una ragazza gravemente malata. Cito: "Meglio 10 topi vivi, che te viva!"
Vergognatevi.
Non sto sostenendo che gli animalisti siano il male di questo secolo, ne che tutti gli animalisti tendano a certe forme di estremismo, ma l'atteggiamento generale purtroppo è questo. C'è si bisogno di una maggiore attenzione alla salvaguardia del regno animale, ma sinceramente, non credo di aver bisogno di questa classe di animalisti.


http://www.youtube.com/watch?v=RUY-McKZpKk

lunedì 23 dicembre 2013

Sfogo delle 16.30


Mi fa morire la vostra totale apatia.
Ovunque mi giri non vedo altro che persone prive di passioni, con poca voglia di vivere, che non sono più in grado di entusiasmarsi per niente, che non sanno divertirsi.
Non so se è la condizione del Paese che preoccupa gli animi, spegne ogni briciolo di vitalità, ma la situazione è disarmante. L’assenza di stimoli, l’atrofia delle sensazioni, la voglia di essere lasciati in pace che copre la voglia di vivere. 
Non riesco ad immedesimarmi con questa mentalità. 
L’ambiente intorno a me è cambiato, o sono io che sono cambiato?
Sta di fatto, che qualunque sia la risposta, non andiamo più d’accordo.
A volte mi chiedo: ma voi che fate per sentirvi vivi? 




giovedì 17 gennaio 2013

COME SI ESCE DALL'EURO? Intervista a Claudio Borghi


Avrei evitato volentieri di parlare di politica e/o manovre economiche in questo ambito, in quanto il blog è stato creato per approfondire tematiche sociologiche, ma la crescente preoccupazione per la condizione in cui versa il paese, e le scarse alternative proposte per  risollevare la situazione mi impongono di soffermarmi un attimo sul tema economia (leggi scelte politiche) anche in questa sede.
Da diverso tempo convinto sostenitore che l'attuale crisi economica del paese sia per gran parte (ma non solo) da imputare alla rinuncia dello stato alla propria sovranità monetaria, sciolgo oggi le ultime remore su quella che sempre più vedo come l'unica alternativa praticabile per risollevare le sorti dell'Italia: l'uscita dall'unione monetaria europea.

Dico oggi, in quanto fino ad ora, vuoi per l'assenza di mezzi, vuoi per la scarsa formazione a riguardo, vuoi per la mancanza di esempi vicini al nostro caso, non ero in grado di prevedere quali sarebbero potuti essere le reazioni del mercato e gli effetti nell'immediato di una manovra del genere.
Su consiglio di un amico, sono riuscito a sciogliere le ultime remore dopo aver ascoltato ed assimilato l'intervista a Claudio Borghi, docente di economia degli intermediari finanziari alla Cattolica di Milano, il quale ha saputo spiegare con parole semplicissime, il possibile scenario generato da un'uscita repentina dalla moneta europea.
Alcuni punti chiave mi sono rimasti impressi di questo discorso:

- << Se io penso che domani sarà peggio di oggi, questa cosa non la compro oggi, e probabilmente neanche domani..>>

- << Non penso che la situazione attuale sia sostenibile ancora per molto tempo.>>

- << Se non mi dai una prospettiva credibile, a quel punto io DEVO cercare un'altra strada. >> (Consiglio valido tanto in questo ambito, quanto nella vita in generale)

Detto ciò, Buona Visione!




venerdì 28 dicembre 2012

Riflessioni

Sono arrivato a conoscerle talmente bene che ho cominciato a pensare come loro. E questa cosa mi da i nervi. Detesto il loro modo di pensare. Ed ora detesto i miei pensieri. 
Bukowski una volta scrisse:
<<Ovviamente è possibile amare un essere umano, 
se non lo si conosce abbastanza bene>>
Ho sbagliato ad addentrarmi nel vostro universo. 
Dovevo fermarmi alla porta.

sabato 1 dicembre 2012

Schiavi moderni

L'altra mattina ero li, all'interno della stazione metropolitana insieme a tante altre persone, tutti impegnati a raggiungere i propri posti di lavoro. Ricordo di essere entrato in stazione e di aver notato due cose: la fila ordinata di gente ai tornelli e quella voce metallica in filodiffusione che ripeteva una nenia non ben distinguibile.
Improvvisamente mi sono ritrovato catapultato in una scena di qualche film che non sono più riuscito a ricollegare, in cui c'erano centinaia di uomini ordinatamente disposti in fila l'uno dietro l'altro che avanzavano, nella stessa direzione, col medesimo passo, con gli stessi abiti, tutti con lo sguardo verso il basso e quella voce stridula all'altoparlante che ripeteva la solita filastrocca, quasi a voler scandire i loro passi o sedare le loro menti. Non so se fosse un'immagine da Umbrella Corporation in Resident Evil, un film sull' Olocausto, una scena sulla tratta di schiavi africani che avanzano a ritmo di blues, o lo sketch di Homer che entra nella centrale in imbarazzo per la sua camicia rosa ritrovandosi in mezzo a centinaia di altri dipendenti tutti rigorosamente in camicia bianca. Non so quale di questa fosse, eppure era così simile a quell'immagine che avevo davanti agli occhi.
Possibile che nessuno se ne rendesse conto in quel momento?
Possibile che li in mezzo ero l'unico ad essermi accorto di quella cosa?
Ho avuto i brividi per un attimo. Ho timbrato il biglietto e sono andato a lavoro.
Quelle domande però mi hanno seguito fino a sera.
Sei tu che sei esagerato- ho pensato. Sono stati quei libri a deviarti- mi sono detto.
Ma se per assurdo fosse vero?- ho pensato. In fondo nessuno mi ha mai interpellato quando è stato deciso che dovessimo andare a lavorare tutti al medesimo orario, costringendoci così ad accalcarci dentro un treno merci nella speranza di riuscire ad arrivare in orario al posto di lavoro.
Nessuno mi ha mai chiesto se fosse una scelta intelligente quella di centralizzare uffici e aree industriali in determinate zone, non pensando all'elevato afflusso di persone che le avrebbero accalcate. Delocalizzare le aree di lavoro per evitare un eccessivo congestionamento delle aree metropolitane non sarebbe stata una scelta più intelligente? E poi chi ha deciso che la giornata di lavoro debba essere di otto ore lavorative? Chi ha deciso che si debba lavorare dal lunedì al sabato? Dio si è riposato di domenica, ok. Ma non è che avesse passato una vita a costruire il mondo. Da quello che si dice ha fatto tutto in sei giorni. Sei giorni di lavoro in una vita intera non mi sembra una grande ammazzata. Visto che mi fate riposare di domenica, voglio anch'io lavorare solo 6 giorni in un'intera vita.
E chi ha deciso che ad una certa età si debba andare in pensione?
Risponderete: "Bhè, perchè non ce la fai più a tenere i ritmi del lavoro."
Verissimo, ma questo perchè passiamo 8 ore al giorno per almeno 5 giorni della settimana a lavorare. Se lavorassimo due giorni a settimana non ci sarebbe neanche bisogno di andare in pensione. E non ci sarebbe disoccupazione. Il lavoro che fa una persona in una settimana lo potrebbero fare in tre lavorando due giorni a testa. Ripeto, non ci sarebbe disoccupazione!
A questo punto già sento l'obiezione: "Belle parole, ma già ora lavorando 40 ore a settimana riesco a stento ad arrivare alla fine del mese."
Lo so, ma questo perchè? Perchè per le tue 40 ore settimanale, tu si prenderai mille euro al mese con cui a stento coprirai le spese di affitto, cibo e servizi, ma c'è qualcuno che guadagnerà molto di più dal tuo lavoro settimanale. Enormemente di più rispetto a quanto gli sia necessario per vivere. Chi? Il tuo datore di lavoro. E se non lui direttamente, chi per lui; possono essere i suoi fornitori, e a loro volta i loro distributori fino ad arrivare ai produttori iniziali. Tu stai lavorando 40 settimanali a 1000 euro al mese affinchè qualcun altro possa condurre una vita fatta di sprechi ed avanzi.
La ricchezza di altri è la nostra condanna. Smettete di guardare ai soldi con bramosia. Sono la causa dei problemi in questo mondo. Sono il ricatto al quale abbiamo ceduto. Pochi soldi, in cambio di tanto tempo. Il nostro tempo. Bisognerebbe smettere di guardare con ammirazione le persone che "ce l'hanno fatta". Bisognerebbe svegliarsi e capire che sono i veri carnefici di questo sistema. Sono il diavolo a cui abbiamo venduto l'anima. La gente da ammirare, è altra.

Nella ricerca di un video da associare a quell'immagine iniziale che avevo avuto, mi sono imbattuto per caso nel "Discorso tipico degli schiavi" dello scrittore Silvano Agostini. Non ne avevo mai sentito parlare, fino a questo momento. E' stata una scoperta fantastica. Sentire il tuo pensiero spiegato da un'altra persona, probabilmente con parole migliori, forse più incisive, non so, è stato come scrollarsi di dosso in un solo colpo l'ipotesi di essere un folle sognatore. Se anche altre persone si sono accorti che questo sistema non può più funzionare, forse l'idea di abbandonarlo non è così folle...


domenica 11 novembre 2012

Libretto d'istruzioni


Dal momento che nessuno mi ha mai dato alcun libretto di istruzioni su come costruirmi una vita, perdonatemi se procedo per tentativi.
Soprattutto ora che ho come la vaga impressione di essere stato preso per i fondelli avendo acquistato un mobile su misura ignorando che la stanza continuasse a cambiare di dimensioni. Invidio chi sa sempre dove andare a parare, chi ha le idee chiare, o chi non ha mai avuto bisogno di idee, perchè c'era qualcuno pronto ad averle per lui.
Vi stimo, vi ammiro e vi invidio.
Tra poche ore ci reinventeremo per la quarta o quinta volta.
Di nuovo li, a fare l'ennesimo tentativo.
Smettendo stavolta di prendere le misure alla stanza e pensando solo a cosa volerci mettere dentro.
In fondo devo viverci io, giusto?