sabato 28 dicembre 2013

Chi sensibilizza l'animalista alla causa umana?

30 auguri di morte e oltre 500 offese.
La sua unica colpa? Essere stata colpita da quattro malattie genetiche rare, ed aver dichiarato di essere ancora viva grazie alla ricerca medica vera, quella che include anche la sperimentazione animale.
Gli auguri di morte ed offese varie sono giunte subito online da numerosi animalisti,
persone probabilmente sane, forse solo fisicamente, che sono rimaste colpite non dal respiratore col quale deve convivere questa futura veterinaria, ma dalla frase in cui si sostiene la ricerca medica fatta sugli animali.
Ho sempre denunciato la totale miopia di queste persone etichettabili col termine animalisti. Persone che, sposata una causa, trovano forse un motivo per stare su questa terra ed un pretesto per elevarsi a giudici morali contro il prossimo che non ha sposato la loro stessa causa. Sono talmente fedeli alla loro causa da ricordare i crociati nelle loro missioni di evangelizzazione. Se pur con metodi e risultati diversi, ciò che li accomuna a questi ed ad altri fondamentalisti è la miopia del loro pensiero e del loro operato.
Attenzione però, non sto sostenendo la totale inutilità o scorrettezza delle loro azioni.
Ciò che non capiscono, forse, è che nella vita ci sono Priorità, e Scopi.
Non può essere una mia priorità  il benessere psicologico di ogni singolo animale, se nel mondo almeno un quarto del genere umano vive sotto la soglia di povertà.
Non può essere una mia priorità la ricerca di una sperimentazione alternativa a quella animale per trovare la cura a determinate malattie genetiche; la mia priorità sarà trovare la cura alla malattia, con i mezzi che già ho a disposizione. E' più urgente dare risposta a questi malati, o trovare metodi di sperimentazione alternativi che non offendano la sensibilità di voi animalisti?
Già so quale sarebbe la vostra risposta.
Per questo dico "se solo aveste tanta cura ed attenzioni anche per gli esseri umani..."
Sono tante le iniziative animaliste che hanno bloccato sfruttamenti inutili e violenze ingiustificate a delle povere creature la cui unica colpa era trovarsi nel posto sbagliato davanti alle persone sbagliate. Ma non bisogna fare l'errore di sposare ogni causa che preveda il coinvolgimento di esseri animali. Perchè? Per un fatto di priorità e di scopi.
Allora, se lo scopo è trovare la cura a malattie genetiche degenerative, dico ben venga la sperimentazione animale. Se lo scopo è sostenere il fabbisogno alimentare della popolazione, dico ben venga l'allevamento del bestiame. Non mi interessa se tu puoi andare avanti a broccoli e melanzane, buon per te.
La miopia sta nel sottolineare lo sfruttamento dei bovini da latte, e non fare una piega per le migliaia di operai di tutto il mondo rinchiusi 12 ore dentro le fabbriche per un misero salario. Lo sfruttamento animale vi smuove le coscienze, lo sfruttamento umano vi provoca indifferenza, nel migliore dei casi. Nel peggiore? Augurate la morte di una ragazza gravemente malata. Cito: "Meglio 10 topi vivi, che te viva!"
Vergognatevi.
Non sto sostenendo che gli animalisti siano il male di questo secolo, ne che tutti gli animalisti tendano a certe forme di estremismo, ma l'atteggiamento generale purtroppo è questo. C'è si bisogno di una maggiore attenzione alla salvaguardia del regno animale, ma sinceramente, non credo di aver bisogno di questa classe di animalisti.


http://www.youtube.com/watch?v=RUY-McKZpKk

lunedì 23 dicembre 2013

Sfogo delle 16.30


Mi fa morire la vostra totale apatia.
Ovunque mi giri non vedo altro che persone prive di passioni, con poca voglia di vivere, che non sono più in grado di entusiasmarsi per niente, che non sanno divertirsi.
Non so se è la condizione del Paese che preoccupa gli animi, spegne ogni briciolo di vitalità, ma la situazione è disarmante. L’assenza di stimoli, l’atrofia delle sensazioni, la voglia di essere lasciati in pace che copre la voglia di vivere. 
Non riesco ad immedesimarmi con questa mentalità. 
L’ambiente intorno a me è cambiato, o sono io che sono cambiato?
Sta di fatto, che qualunque sia la risposta, non andiamo più d’accordo.
A volte mi chiedo: ma voi che fate per sentirvi vivi?