
"che volete, paparini?"
"ti andrebbe di fare un lavoretto?"
"ah, maledizione, no!"
"cosa? ti rifiuti di fare un lavoretto?"
"che cazzo mi frega? mio padre, era del New Jersey, non ha fatto che sgobbare per tutta la vita e dopo il funerale che abbiamo pagato coi suoi soldi, lo sapete quanto ci aveva lasciato?"
"quanto?"
"15 centesimi e la fine di una vita che più noiosa non si può."
"ma allora tu non le vuoi una moglie, una famiglia, una casa, la rispettabilità? una macchina nuova ogni tre anni? "
"non ho mica voglia di farmi spolpare, simpaticoni, non vorrete mica farmi finire in una gabbia di matti? chiedo solo di fare il lavativo, io. che cazzo credete? "
"Danforth, dai una ripassatina a questo bastardo nella macchina strizzafegato e assicurati che i morsetti siano ben stretti!"
Danforth afferrò il signorino ma prima Telleman riuscì a gridare "vaffanculo te e tua mamma..."
"e strizzagli il fegato più che puoi, non trascure NEMMENO UN ANGOLINO! mi senti?"
[...]
Danforth riportò Herman Telleman nella stanza, era leggermente cambiato, i suoi occhi non avevano più colore e sulla faccia si era stampato un sorriso totalmente falso, una meraviglia.
"Herman?" chiese Bagley.
"sì, signore?"
"cosa senti? o cosa ti senti?"
"non sento niente, signore."
[...]
"scusami, ascolta, adesso, pensi che sia giusto fare gli straordinari ?"
"oh, certo, signore! se fosse possibile lavorerei sette giorni la settimana e se potessi farei il doppio lavoro."
"perché?"
"per via dei soldi, signore, soldi per il televisore a colori, automobili nuove, mutuo della casa, pigiama di seta, 2 cani, rasoio elettrico, assicurazione contro le malattie, per tutti i tipi di assicurazione e di istruzione universitaria per i miei figli, se ne avrò, e porte automatiche nel garage e bei vestiti e scarpe da 45 dollari, e macchine fotografiche, orologi da polso, anelli, lavatrici, frigoriferi, poltrone nuove, letti nuovi, moquette, elemosine per la chiesa, riscaldamento automatico e..."
"d'accordo, fai punto qui. ma quand'è che userai tutte queste cose?"
"non comprendo, signore."
"cioè, visto che lavoreresti giorno e notte, straordinari inclusi, quand'è che potrai goderti tutti questi lussi?"
"arriverà il giorno, arriverà il giorno, signore!"
"e non pensi che un giorno i tuoi figli cresceranno e penseranno che sei stato uno stronzo?"
"dopo che mi sarò consumato fino a ridurmi a pelle e ossa per loro, signore? certo che no!"
"eccellente, adesso qualche altra domanda."
"sì, signore."
"non credi che quelle tue gran sgobbate siano dannose alla salute e allo spirito, all'anima, se preferisci...?"
"maledizione, se non lavorassi dalla mattina alla sera, passerei il tempo a bere o a dipingere o a scopare o andrei al circo o me ne starei al parco a guardar le anatre, cose così."
"non credi che sia bello stare al parco a guardar le anatre?"
"ma se facessi così non potrei guadagnarmi da vivere, signore."
"o.k., vaffanculo."
"prego?"
"cioè, non ho più niente da chiederti."
"o.k., questo è bell'e pronto, Dan. ottimo lavoro, dagli il contratto, faglielo firmare, non credo proprio che starà lì a leggere la parte stampata in piccolo, ormai è convinto che noi siamo delle brave persone, fallo trottare fino all'indirizzo, lo assumeranno. sono mesi che non mando in giro un analista dei costi di produzione."
Danforth fece firmare il contratto a Herman, gli diede un'altra controllata agli occhi per essere sicuro che fossero spenti, gli mise in mano il contratto e l'indirizzo, lo accompagnò alla porta e gli diede una spintarella per fargli scendere le scale.
Bagley si mise a sedere comodamente con un sorriso di trionfo stampato in faccia e guardò con interesse Danforth che faceva passare gli altri 18 per la strizzafegato.>> [...]